Tra gli assegnatari delle borse lavoro c'è anche Beqiri Zegine, 42 anni albanese, sposata e madre di un bimbo di 8 anni e di una ragazza di 20. Svolge il suo tirocinio presso la Misericordia di Empoli dove fa le pulizie dei locali e serve i pasti alla mensa per i poveri. Al termine dei tre mesi formativi per lei è già previsto un contratto di lavoro. «Sono rinata», racconta con gli occhi lucidi di felicità. «Ringrazio di cuore chi mi ha dato l'opportunità di ripartire. Dopo aver perso il lavoro sono praticamente caduta in depressione e non facevo che piangere». Beqiri è venuta in Italia con il marito e la prima figlia 15 anni fa. «Quando sono arrivata - racconta la donna - ho trovato subito lavoro come assistente agli anziani, poi mi hanno presa in un laboratorio dolciario che però, a causa della crisi, ha dovuto mandare a casa molti operai, me compresa». E' a quel punto che è iniziato il suo calvario. «Lavorando sia io che mio marito avevamo deciso di comprarci una casa chiedendo alla banca un mutuo di 25 anni, ma quando mi hanno licenziata mi è crollato il mondo addosso. Per oltre un anno non sono riuscita a trovare un'altra occupazione. Con un solo stipendio non riuscivamo a pagare tutto, la spesa, le bollette e la rata del mutuo. Mi vergognavo anche ad uscire di casa perché non potevo neppure comprare un gelato a mio figlio». Beqiri adesso è una donna serena. «Con il lavoro ho nacquistato la mia dignità. I soldi che riesco a guadagnare sono tutti per la mia famiglia e per il futuro dei miei figli».